Adolfo Farsari, il fotografo italiano che ha ritratto il Giappone di fine Ottocento

Adolfo Farsari, il fotografo italiano che ha ritratto il Giappone di fine Ottocento

Comunicato Stampa.

Le mirabolanti imprese di Adolfo Farsari, avventuriero e fotografo nel Giappone di fine ‘800, rivivono nelle 64 immagini della mostra, espressioni della fotografia in bianco e nero colorata a mano dopo la stampa, detta Yokohama Shashin.

Dal 15 Ottobre 2020 al 08 Gennaio 2021

ROMA

LUOGO: Istituto Giapponese di Cultura

INDIRIZZO: via Antonio Gramsci 74

ORARI: lun-ven 9.00-12.30 / 13.30-18.30; merc fino alle 17.00

CURATORI: Osano Shigetoshi

ENTI PROMOTORI:

  • In collaborazione con Istituto Italiano di Cultura di Tokyo

TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 06 3224754/94

SITO UFFICIALE: http://www.jfroma.it

Zuihitsu, versi su immagini

Zuihitsu, versi su immagini

Un progetto di 

Paco Donato
Fabio Pasquarella

随筆

Lo zuihitsu è un genere letterario il cui flusso segue l’incerto e caotico procedere delle nuvole.

poesie di FABIO PASQUARELLA  foto di PACO DONATO

Dondola nel vuoto
il ramo
lasciato dal merlo.

Esausti
dopo tanto ridere
più vicina ci appare la luna.

Nello stagno
io e una foglia
chi dei due è l’Autunno?

Appare e scompare
la vita
tra i bambù.

Si posa il gatto,
leccandosi la coda
risolve il cerchio
dell’eternità.

Quei ciliegi
che sulla sua veste
non sfioriscono mai…

Piove
sul vetro un bosco di segni
– la mia infanzia.

Distacca la vetta una nube – 
lo scalatore distratto
pianta il chiodo-.

Dal pensiero di mia madre
una libellula
mi distrae.

Matite colorate – 
la primavera
anche all’ultimo banco.

Coda spezzata –
colui che è morto
continua la sua corsa.

Rompe il pelo dell’acqua
combatte per la vita
la formica.

Gialle anche nella calura
le foglie –
una uscendo
mi colpisce il petto.

All’alba un milione di diamanti
risplendono nell’erba
perché dunque preoccuparsi?

Chi ha paura della morte?
Sul fondo del lago
una carpa addomentata.

Non sorprende
la brevità della parola
che nomina l’ape
e poi la zittisce.

Solo
i solitari fiocchi di neve
si sciolgono tra i bambù.

“Che sia nella brina che si smarrisce al primo sole, o nel canto del cervo che risuona nella pietra, ovunque riconosciamo la nostra sorte.
Così quando giunge la sera d’autunno, e ci coglie nel cammino di ritorno il delicato fruscio delle foglie, è di conforto pensare ad un amico, a un caro.
Ho la fortuna di avere proprio accanto a quei passi la dimora del mio amico Paco Donato, l’autore di queste meravigliose opere visive.
Per riprendere e ricontestualizzare le parole di Linda Chance: lo zuihitsu è una lunga chiacchierata.
La nostra si è svolta durante incontri ricorrenti, seduti a un tavolino di un bar. Le cose si sono quindi armonizzate da sé, come gli aghi di un sempreverde pino.
Mi è stato chiesto di scrivere un appunto di presentazione sulla mostra e questo è quanto. I fatti sono molto semplici.
Ciononostante non ci si lasci deludere dalla semplicità, poiché essa è quanto di profondamente umano oggi occorra recuperare, in tutti gli aspetti della
vita.
Tutto ha una grazia a cui possiamo sempre connetterci, poiché anche negli ombrosi boschi il torrente scorre.”

(Fabio Pasquarella)

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