Kuon

Kuon

«Il futuro non esiste nel futuro.
Nasce solo dalle nostre azioni nel presente» (Wangari Maathai)
«Possiamo iniziare il cambiamento proprio adesso» (Greta Thunberg)

Questi pensieri sparsi nascono da un suiseki: si chiama Kuon [ 久遠 ], che viene genericamente tradotto dal giapponese come “Eternità”, in inglese “Forever”. Come sempre mi accade, ho iniziato a dipanare un filo, studiando il significato del termine e senza accontentarmi di una traduzione letterale. Questo cercare a ritroso mi ha sempre svelato storie e significati che non conoscevo, dandomi l’opportunità di fermarmi a riflettere.

Iniziando la ricerca dall’etimologia di kuon 久遠, i due kanji separatamente significano “lungo tempo” e “distante”, attualmente usati con il significato di eternità anche in contesti ordinari, ad esempio come nome proprio maschile.

Liberamente, appunto. Cosa vuole dire veramente eternità ? Esiste qualcosa che esiste ‘per sempre’ ? Gli innamorati si giurano ‘amore eterno’, noi stessi non riusciamo a accettare l’idea della nostra morte. Non ci chiediamo con angoscia dove si era prima di nascere, ma sembra inaccettabile non esserci più.

Si ha l’impressione che l’uomo moderno preferisce calarsi e perdersi solo nella trama di questa vita, dove nascita e morte è  l’unico gioco di alfa ed omega, che segna il traguardo definitivo di ciò che è [….] ma c’è in ognuno una latente percezione  di eternità; un brivido di infinito che nessuna siepe, di memoria leopardiana, riesce o può  ostruire, essendo sempre vivo nel cuore il desiderio di non concludere il viaggio terreno  come un qualsiasi fagotto.

Quindi, anche se viviamo estraniati nell’oggi, ogni tanto cerchiamo il senso dell’eternità del nostro essere, del perdurare della nostra essenza e delle cose attorno a noi. E il divenire temporale è uno dei primi misteri da sciogliere, perché se il passato non esiste più e il futuro non è ancora arrivato cosa è l’eternità? Sembra infatti esistere solo il momento presente, che in un attimo fugge via.

Il pensiero filosofico occidentale ha dato le sue risposte, la scienza ha fatto del tempo una grandezza relativa, in Oriente il pensiero si fa pratica quotidiana.

Per Aristotele e Platone l’eternità è una successione cronologica illimitata, una sequenza di intervalli di tempo sia precedenti sia posteriori a un istante dato, ma non essendoci uno strumento in grado di misurarla essa si configura come una congettura, e fa parte del mondo della metafisica. Nietzsche invece la vede come una temporalità ciclica, una eterna ripetizione dello stesso attimo. Per Agostino, il tempo stesso ha avuto un inizio e solo Dio si trova in una condizione atemporale, a cui l’uomo potrà giungere solo dopo la morte. Sono solo accenni del grande lavoro speculativo realizzato dai pensatori nel corso dei secoli su questo argomento.

Nella dottrina buddhista si trova spesso il termine kuon, nel Sutra del Loto, il testo sacro buddhista, dove indica il tempo incommensurabilmente remoto, incalcolabile, in cui il Buddha arrivò all’illuminazione, e non un tempo ‘umano’ determinabile e databile (all’incirca 2600 anni fa, in India).

La figura storica di Nichiren Daishonin (1222-1282), monaco fondatore della omonima scuola buddhista giapponese forse più diffusa, ne analizzò il significato, dandone per l’epoca una interpretazione rivoluzionaria. Nella Raccolta degli insegnamenti orali Nichiren Daishonin afferma:

«Kuon [tempo senza inizio] significa qualcosa che non è stato forgiato, che non è stato migliorato, ma che esiste così come è sempre stato» (BS, 117, 54)

“Nel suo vero senso, il concetto di Kuon Ganjo [ 久遠元初 ] non significa solo il passato infinito; piuttosto indica un tempo senza inizio, un’eternità senza inizio né fine, oltre i confini del tempo. In questo senso l’eternità è la continuazione ininterrotta di un singolo momento. Quindi, il momento presente o qualsiasi momento contiene l’esistenza ultima in cui il passato senza inizio e il futuro infinito sono entrambi contenuti. Kuon Ganjo equivale quindi al momento presente”. {Fondamenti di Buddismo, P.79} 

La dottrina si fa pratica: il momento presente ha un’importanza suprema. Non serve a niente soffermarsi sul passato. Sforzarsi al massimo nel presente e nutrire grandi speranze nel futuro è ciò che caratterizza una persona saggia. […]
Tutto comincia da ora. Il passato non esiste più e il futuro non è ancora arrivato. Tutto ciò che esiste è il momento presente. E in un lampo il presente diventa passato. Esiste e allo stesso tempo non esiste. È vuoto, o ku, lo stato di vacuità o non sostanzialità. In questo stato la vita continua, momento per momento, e non esiste al di fuori di questo momento.

Daisaku Ikeda (attuale presidente della Soka Gakkai International) elabora ulteriormente e illumina questo principio del buddismo di Nichiren:

“Nel buddismo di Nichiren Daishonin, tuttavia, Kuon – che è spesso interpretato come il passato infinito – in realtà non significa affatto il passato. Significa eternità, o l’aggregato di ogni singolo momento del tempo. Una volta che ti rendi conto che Kuon esiste in ogni momento, non è più corretto dire che si diventa un Buddha, ma che ci si risveglia al fatto di essere un Buddha per cominciare. “

Per cominciare. Oggi. Senza rinvii. Perché, anche senza essere buddhisti, il futuro che desideriamo sta tutto nel passo che compiamo ora.


Purtroppo non saprò mai quali flussi di pensiero seguì, nel darle il nome Kuon, colui che nel 1966 trovò questa pietra, così simile alla lacca nera. Forse semplicemente voleva affidarla, insieme a se stesso, all’eternità.


Tra autunno e inverno, aspettando primavera

Tra autunno e inverno, aspettando primavera

Incontri: Paco Donato e Daniela Schifano


“Riprendendo le parole del presidente della Nippon Bonsai Sakka Kyookai Maestro Tomio Yamada, possiamo dire molto tranquillamente che il suiseki, parallelamente al bonsai, è anch’esso l’arte del sansui (dare vita al paesaggio), fino a diventare un’astrazione.
E’ il vedere «Come», un’immagine in cui ne viene meno l’espressione della forma esteriore, imitazione della forma reale, mostrandone la sua natura essenziale. E’ un punto d’incontro tra immaginazione e realtà, portandoci ad apprezzare la bellezza della natura attraverso la forza evocativa della pietra, che ci ispira con la sua particolare forma e ci invita ad ascoltare il silenzio, fino a diventare un dialogo in cui il nostro atteggiamento nel rapporto con la pietra (natura) è il nostro modo di essere e di sentire.”

Paco Donato

A distanza di un anno, abbiamo il piacere di proporre, con un nuovo format, due delle quattro esposizioni realizzate da Daniela Schifano e Paco Donato per l’incontro didattico on line, avente come tema “I Suiseki: tra immagine e realtà”, riservato ai Soci Nippon Bonsai Sakka Kyookai Europe e poi pubblicate su piattaforma YouTube.

Due suiseki, due stagioni, due sentire, due i temi sviluppati, in bilico tra uno scorcio di autunno e un incipiente inverno… aspettando primavera.

Il tempo (stagioni e mesi) si fonde con lo spazio (paesaggi e luoghi). La Natura, maestosa, eterna nel suo mutare e rinnovarsi mediante il ciclo delle stagioni, è la protagonista assoluta delle nostre esposizioni.


“L’attesa” – di Paco Donato

“Ciò che vediamo, dipende da noi stessi.”

Paco Donato



“Chōrō” – di Daniela Schifano

“Nel folle tempo che stiamo vivendo, abbandonarsi alla bellezza, all’arte, alla cultura, è un piccolo atto di ribellione. Necessario, per sopravvivere, almeno per me.”

Daniela Schifano



Credits.

Ringraziamo Nippon Bonsai Sakka Kyookai Europe per aver condiviso con Shakkei Group uno degli “Incontri online – Autunno 2020“, una iniziativa che ha permesso ai Soci, durante i difficili periodi di isolamento forzato, di continuare a dialogare, a confrontarsi, a vedersi.

Per vedere l’intera serata : Relazione di Paco Donato e di Daniela Schifano: suiseki tra immagine e realtà. – YouTube


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