猩々Shōjō “Il gran bevitore”
“Quando un suiseki ha la carta d’identità”
di Giorgio Rosati
Attraverso questo blog mi è stata data la possibilità di condividere la storia di una pietra, entrata a far parte della mia collezione alcuni anni fa, cosa che faccio con grande piacere.
Quando arrivò a casa era corredata del suo daiza, purtroppo rotto durante la spedizione, riposta all’interno del suo kiribako e accompagnata da un certificato scritto a mano con sigilli vari e una piccola foto.
Per prima cosa ho rifatto, sia pure a malincuore, il daiza perché non era riparabile, utilizzando una tavoletta di palissandro, materiale degno di tanta pietra.
Naturalmente poi ho cercato al più presto, con l’aiuto di amici giapponesi, di tradurre le scritte sul kiribako e il certificato.
La scritta (hakogaki) sulla scatola recita, da destra: 菊花石 pietra crisantemo, in centro 猩々Shōjō ”Gran Bevitore”, nome poetico della pietra a cui segue la firma illeggibile con sigillo del proprietario.
La pietra, quindi, è una pietra crisantemo e il certificato, redatto dall’Associazione Amatori Pietre del fiume Tama, ne completa le notizie sull’origine e ne data il suo ritrovamento:
“Questa pietra del fiume Tama, larga 11 cm., alta 22, e profonda 10,5, è stata trovata nel corso superiore del fiume Tama nell’anno 38 dell’era Showa (1963), dal signor Shohei TAMURA, ed è stata classificata come “pietra eccellente” il 5 agosto dell’anno 40 dell’era Showa (1965). Sakamoto Ichiro Associazione Amatori Pietre del fiume Tama.”
Naturalmente è stata una grande soddisfazione avere acquistato, insieme alla pietra, la sua “carta d’identità”, cosa che avviene assai raramente; al più si riesce a risalire ai precedenti proprietari se si ha la fortuna di venire in possesso della scatola con le notazioni sul retro del coperchio. L’unica cosa che non mi convince del tutto è il nome che il precedente proprietario, avendo forse immaginato nella sagoma della pietra un individuo un po’ barcollante, malfermo sulle gambe, le ha conferito.
Le pietre crisantemo sono un tipo di pietre che rientra nelle monyo seki, pietre con disegni sulla superficie, ed in particolare nelle kikka seki, pietre con disegno a forma di fiore di crisantemo.
La conoscenza e diffusione delle pietre crisantemo non è antica come quella delle Kamogawa o delle Furuya, ma risale agli anni ‘30 del secolo scorso, quando un professionista di Gifu, Koichi Shiraki, acquistò dei terreni nella valle del fiume Neo, a nord di Nagoya. Avendo avuto notizia del ritrovamento di pietre con disegno di fiore nei dintorni, cominciò a cercare nei propri terreni e vennero alla luce parecchi esemplari.
Nel frattempo la popolarità delle kikka seki aumentò a dismisura, anche grazie al fatto che il crisantemo è il fiore simbolo dell’immortalità e l’emblema dell’Imperatore del Giappone. Attraverso le sue influenti amicizie Shiraki arrivò a omaggiare l’Imperatore stesso di alcune sue pietre.
L’emblema dell’Imperatore del Giappone: il crisantemo a sedici petali
Alcune pietre crisantemo sono molto famose, quasi leggendarie nel mondo suiseki, per non parlare dei prezzi a cui sono state acquistate…..
I principali siti di ritrovamento, oltre alla valle di Neo, sono la valle del fiume Tama, ad ovest di Tokyo, e la zona di Shimonita.
Sono costituite da una matrice di colore e origine geologica varia e da agglomerati di cristalli di calcite o quarzo disposti radialmente a formare disegni che ricordano I petali di un crisantemo. Possono essere naturali (saba) quando la formazione di calcite è ruvida, non lisciata né dalla permanenza nel fiume né dalla mano dell’uomo, oppure levigate.
Il fiume Tama
Il parco nazionale Chichibu Tama Kai, che comprende una parte della prefettura di Tokyo, è stato istituito nel 1950, ed è il parco nazionale più vicino all’area metropolitana di Tokyo. All’interno del parco, nella sua parte orientale, scorre il fiume Tama, che sfocia nella baia di Tokyo.
Nel fiume Tama, oltre alle pietre crisantemo, ormai probabilmente esaurite, si trovano altri tipi di pietre molto interessanti, che sono oggetto di ricerca degli appassionati. Anche io ho avuto la possibilità di farlo un paio di volte in zone diverse, tra l’altro interessanti anche per motivi ambientali…
Giugno 2019: alcuni scorci del fiume Tama durante la mia visita
(cliccare sull’immagine per scorrere la galleria)
…. e non sono tornato a mani vuote, entusiasmandomi per la varietà dei materiali che si trovano, come la pietra successiva che ho trovato sul Tama :
Mi rendo conto di avere un po’ divagato, ma spero che queste notizie siano gradite ai Lettori che immagino informati e attenti a questi argomenti, e vorrei concludere affermando che il piacere di percorrere la via del suiseki aumenta enormemente se alla contemplazione di una pietra bella e ben presentata si aggiunge la ricerca e la conoscenza delle sue caratteristiche, della sua storia e delle sue vicende.
Giorgio Rosati
Bibliografia
- Sen – En – Kyo, “Suiseki: an art created by nature”
- Covello, Yoshimura, “L’arte del suiseki“
- Wikipedia, “Il parco nazionale Chichibu Tama Kai”
Credits.
Shakkei Group ringrazia l’amico Giorgio Rosati, di cui apprezziamo le molteplici qualità e la pluralità di interessi, che spaziano dallo studio del giapponese alla realizzazione di daiza. Viaggiatore e non turista, attento ricercatore sul territorio, italiano e non, amante della montagna, presidente del Club Amatori Bonsai e Suiseki di Genova, colleziona con attenzione pietre italiane e straniere, dando loro interpretazione e sostegno, idea e corpo, sulla linea della tradizione orientale.
Grazie per il racconto …
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